Dal 1° gennaio 2026 l’Isee famiglia non includerà più la prima abitazione nel patrimonio calcolato, favorendo molte famiglie per l’accesso ai bonus.
Con la riforma annunciata, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente subisce una trasformazione profonda: l’introduzione dell’Isee famiglia elimina la considerazione della casa di abitazione nella componente patrimoniale. È una novità che potenzialmente avrà impatti immediati sulle possibilità di accedere a bonus, agevolazioni e servizi sociali. Famiglie proprietarie che finora risultavano escluse rischiano ora di rientrare nei limiti previsti per benefici.
Come cambia il calcolo dell’ISEE
Fino ad oggi, l’ISEE teneva conto non solo di redditi e patrimoni mobiliari, ma anche del valore catastale o patrimoniale della prima casa. Ciò penalizzava nuclei con redditi bassi ma con un immobile di residenza. Con il nuovo modello “Isee famiglia”, l’abitazione principale non sarà più considerata nel calcolo patrimoniale. Questo cambierà radicalmente la fotografia economica di molti cittadini. Oltre all’esclusione dell’abitazione, il nuovo Isee darà maggiore peso alla composizione familiare: più componenti rilevano di più, soprattutto in presenza di minori o soggetti fragili. L’indicatore si concentrerà su reddito, liquidità e beni mobili, così da offrire una misura più vicina alla reale capacità economica. Il modello entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026. Nei mesi precedenti saranno resi noti i decreti attuativi, le tabelle aggiornate e le istruzioni per cittadini, CAF e patronati. Le istruzioni saranno fondamentali per gestire la transizione e aiutare le famiglie a comprendere il proprio nuovo Isee.
Impatti per bonus, agevolazioni e platea beneficiaria
L’esclusione della casa primaria dal patrimonio riduce l’indicatore finale per molte famiglie, ampliando la platea che può accedere a bonus sociali, borse di studio, agevolazioni sanitarie e servizi pubblici. In regioni con alta proprietà immobiliare, il cambiamento sarà particolarmente significativo. Tuttavia, l’effetto sul bilancio pubblico è rilevante: uno stillicidio potenziale di costi aggiuntivi dovuti a un maggior numero di beneficiari. Per controllare l’impatto, il legislatore potrà introdurre soglie più restrittive, limiti di reddito o criteri aggiuntivi. Il controllo sarà essenziale per evitare che l’apertura delle maglie comprometta la sostenibilità delle misure sociali. Nella fase di transizione, i CAF e i patronati giocheranno un ruolo cruciale. Saranno punti chiave per accompagnare le famiglie nella compilazione del nuovo Isee, fornendo supporto tecnico e chiarimenti sui cambiamenti. In un contesto di riforma, la chiarezza e l’accessibilità delle informazioni saranno determinanti per evitare fraintendimenti e disagi. La riforma dell’ISEE fotografa un cambio di paradigma: meno attenzione ai beni immobiliari, più attenzione alla capacità economica reale delle famiglie. Per molti nuclei, soprattutto quelli che abitano in case di proprietà ma con redditi modesti, questa misura può tradursi in un accesso facilitato a sostegni economici che prima risultavano fuori portata.
Reazioni e prospettive future
La notizia del nuovo Isee famiglia ha già suscitato interesse e dibattito. Diverse associazioni a tutela dei consumatori hanno accolto positivamente la scelta di escludere la prima casa, definendola un passo avanti verso una maggiore equità sociale. Al contrario, alcuni osservatori economici sollevano dubbi sui possibili effetti a lungo termine sui conti pubblici, vista la crescita del numero di beneficiari. Il Governo ha dichiarato che monitorerà attentamente l’andamento della misura e valuterà eventuali correttivi dopo il primo anno di applicazione. Non a caso, si parla già di possibili soglie ISEE più selettive per bonus particolarmente onerosi, così da garantire sostenibilità finanziaria senza togliere il sostegno a chi ne ha realmente bisogno.